Il dito in bocca nei bambini, significato e rimedi.

Mettere un dito in bocca, in genere il pollice, è un evento naturale e normale della prima infanzia. I genitori non si devono preoccupare, a meno che non diventi una abitudine protratta nel tempo. In  questo caso si potrebbe anche avere qualche problema nello sviluppo psico fisico del bimbo.

La suzione del pollice, è il più comune, o anche di altre dita, è presente già durante la fase prenatale nel grembo materno.In alcune ecografie si vede il feto che porta il dito in bocca,ed è  normale che perduri fino ai 3-4 anni anni d’età. Dopo è  però necessario che questa abitudine diventi meno frequente, per poi essere del tutto abbandonata.Il bimbo va quindi poi incoraggiato a smettere di succhiarsi il dito.Il suo proseguimento provoca infatti numerosi effetti sui denti e nella bocca. I denti possono avere alterato corretto posizionamento fino a causare anomalie nello sviluppo delle ossa del volto. Ma anche altre consuetudini infantili, come quello di mordersi il labbro o quella di spingere la lingua contro i denti anteriori, possono determinare problemi di malocclusione dentaria. Per evitare che la pratica del succhiamento del pollice continui oltre il suo termine fisiologico è possibile intervenire sul versante psico-pedagogico. La correzione dei difetti dentali e affidata poi all’applicazione di apparecchi ortodontici.

Perché i bimbi succhiano il pollice

Con il termine di “abitudini viziate da succhiamento” si intende la persistenza sotto forma di abitudine, dei normali comportamenti infantili della suzione.La suzione del pollice, che già si verifica durante la vita intrauterina, si presenta generalmente nei primi tre mesi di vita, mentre e più raro che cominci successivamente. Questa pratica e riscontrabile in circa otto lattanti su dieci. Inizialmente e solo un’attività funzionale piacevole, ed è impellente per i primi  mesi di vita .Per il neonato la suzione non è soltanto funzionale alla nutrizione, ma più in generale gratifica al suo totale benessere psico­organismico, dato che gli conferisce tranquillità e sicurezza. Il bambino che succhia il dito lo fa infatti maggiormente quando è stanco, malato o particolarmente teso. A volte il succhiamento si accompagna ad altri atteggiamenti particolari, come strofinare il pigiama, un peluche,  i capelli o I’orecchio. Fino a che si manifesta  entro i 3-4 anni di età tale abitudine è da da considerare del tutto normale e fisiologica. Spesso indica un senso di fame o semplicemente un’insufficiente attività di allattamento al seno da parte della mamma o la necessita’ di protezione o di sicurezza.È tuttavia necessario che al termine del 3-4   anni di vita la suzione sia ridotta al minimo, fino alla sua interruzione definitiva.

Quando è il momento di togliere l’abitudine del dito in bocca ai bambini

Fino ai 2-3 anni,talvolta i 4 anni, il dito in bocca è una sensazione piacevole che non va negata al bambino. È un atteggiamento tranquillizzante che tende in genere a sparire da solo quando il bimbo  mette in atto altri meccanismi per non annoiarsi o calmarsi o quando inizia la vita sociale a contatto con i coetanei alla scuola materna .Perché un bambino continua a succhiarsi il pollice? Può essere dovuto ad uno svezzamento troppo precoce o a situazioni famigliari stressanti, di insicurezza, desiderio di iperprotezione o anche carenze affettive. È proprio questo il momento di intervenire per togliere il dito in bocca, intervenendo con meccanismi di compensazione.La suzione protratta dopo che il piccolo ha superato i 2-4 anni produce infatti problemi di alterazioni nella crescita dei denti, da latte e  permanenti, e può operare come agente deformante delle arcate dentarie e dei mascellari in crescita. Inoltre, può provocare infezioni frequenti all’unghia del dito succhiato (giradito), a causa dei microbi che attecchiscono in una zona di pelle macerata, ed essere all’origine di meteorismo, in seguito all’aria che il bambino introduce nello stomaco. Gli effetti di una suzione protratta a livello del cavo orale dipendono dalla sua intensità, durata e frequenza, nonché dal posizionamento del pollice.

È stato dimostrato che il persistere di tale comportamento viziato oltre i 4 anni d’età espone il bambino al rischio di sviluppare una malocclusione dentaria (14% dei casi), e che questa percentuale si incrementa progressivamente con l’aumentare dell’età.

La suzione del pollice determina all’interno del cavo orale condizioni ostacolanti che impediscono le naturali modifiche funzionali adattative del meccanismo nutritivo. Questa situazione porterà ad una disfunzione della muscolatura buccale, che a sua volta agirà sulla predisposizione alla malocclusione dentaria o scheletrica. Inoltre, i denti da latte che non saranno allineati hanno un’enorme funzione di stimolo nei confronti della crescita delle ossa mascellari che li sostengono. Ne risulterà un profilo facciale del bambino modificato, con possibili ripercussioni sullo status psicologico del piccolo. Ciò sarà facilmente visibile, perché le labbra superiori non combaceranno con quelle inferiori, e lo stesso combaciamento anomalo si riscontrerà nelle arcate dentarie. Da ciò derivano altresì difficoltà nella masticazione e, conseguentemente, nella digestione. La suzione del pollice può comportare talvolta la comparsa del palato stretto , chiamato anche “palato ogivale”, condizione dovuta al pollice che, premendo sul palato, non gli permette di espandersi in maniera armonica e diventa profondo.

Altre abitudini nell’infanzia

Oltre alla suzione del pollice, che è la pratica più diffusa ,esistono numerose altre consuetudini che, nel tempo, possono provocare problemi al corretto posizionamento delle arcate dentarie. Sono anche chiamate parafunzioni cioè atteggiamenti viziati e ripetuti nel tempo che portano ad un sovraccarico delle strutture del cavo orale. Tra queste e molto comune il vizio di morsicare matite, digrignare i denti, mordersi il labbro. In questi casi può essere d’aiuto l’uso di una sostanza emolliente come il burro di cacao o la vaselina, oppure una crema spalmata sulla parte del labbro che il bambino morde. Un’altra abitudine è quella di spingere la lingua, ogniqualvolta il piccolo deglutisce, in avanti contro i denti, inserendola tra i denti superiori e quelli inferiori mentre sono in chiusura. In questo caso, la deglutizione rimane spesso infantile. Altra attività comune è quella di mordersi le unghie. Questa abitudine determina di solito nei bambini rotazioni dei denti nel settore anteriore della bocca e una leggera usura delle superfici masticatorie. Controproducente è anche il mordersi le guance.

Le maggiori conseguenze dento-ortodontiche funzionali delle abitudini viziate sono rappresentate dal morso aperto (i denti  non si toccano nella parte anteriore del cavo orale) in cui rimane uno spazio aperto verticalmente tra i denti superiori e quelli inferiori nel settore anteriore, i denti incisivi superiori si inclinano verso le labbra e la mandibola va incontro a una ridotta crescita e risulta retroposizionata. Questo determina una postura linguale scorretta , con alterazioni della respirazione.

Come intervenire

L’ approccio terapeutico dei cosiddetti comportamenti viziati della suzione varia in base all’età del bambino, ed è importante individuarne le cause e gli eventuali stati d’ansia che ne derivano. Attualmente vengono sconsigliati approcci aggressivi, come cucire la manica del pigiama, effettuare bendaggi elastici del braccio,mettere guanti, spalmare sul dito sostanze amare o piccanti. Per ottenere una risoluzione completa dell’ abitudine viziata è invece fondamentale l’approccio psico-pedagogico da parte dei genitori.

Prima dei 3-4 anni gli interventi sono piuttosto limitati e consistono essenzialmente in consigli pratici: favorire l’ allattamento al seno almeno fino al 6° mese, iniziare lo svezzamento al 5°-6° mese, utilizzare un succhiotto anatomico, oppure “succhiotti correttori” in sostituzione del dito. Dai 4 ai 6 anni la terapia si basa su trattamenti sia psico-pedagogici sia ortodontici. Per quanto riguarda questi ultimi, possono essere utilizzate apparecchiature endorali mobili o fisse in base all’età. Una rieducazione funzionale della muscolatura della bocca (si parla di logopedia) può essere consigliata . Deve anche essere programmata una  visita con il chirurgo maxillo-facciale con conoscenze odontoiatriche  e anche di ortodonzia con correzione della posizione dei denti.Per l’ottimizzazione  del percorso, è fondamentale coinvolgere il bambino in merito alla necessita di utilizzare gli apparecchi ortodontici, e soprattutto gratificarlo per i risultati ottenuti. Dai 4 anni in poi è determinante intervenire per interrompere la  pratica del succhiamento non utilizzando alcun mezzo coercitivo, ma cercando di ridurre il carico psicologico che spesso è alla base della consuetudine viziata.  Le tecniche ortodontiche variano in base alla tipologia dei problemi e all’età. Sono le stesse utilizzate per il trattamento dei bambini di età nella seconda infanzia.


Pubblicato

in

da

Tag: